Il Mediterraneo, culla della civiltà, è ormai un gigantesco cimitero. C’è chi ha calcolato che il mare nasconde almeno ventimila morti, ed è sicuramente una cifra per difetto perchè si basa solo sulle tragedie conosciute. Ieri c’è stato un altro naufragio e trentuno vittime si aggiungono all’elenco dei disperati che non ce l’hanno fatta a conquistare il sogno di una vita diversa, lontana da fame e guerre. Non è un discorso politico, ma esclusivamente umanitario. C’è un popolo in difficoltà che si sposta in cerca della sopravvivenza: lo hanno chiamato il “sesto continente”, un movimento di dimensioni bibliche che nessuno può fermare perchè la speranza di vivere è sempre più forte della certezza di morire. Ho visto in Somalia da dove partono per andare sulle coste libiche da dove spiccare il salto per l’Italia. La metà muore nel deserto, molti altri muoiono durante la traversata. Ho raccolto le loro storie di speranza e di disperazione, ma soprattutto conosco gli inferni da dove vengono. Le ultime vittime del sogno erano tutte nigeriane. Dopo tanti anni passati nel mondo difficile, il ricordo della Nigeria è ancora molto forte. Lì, a casa loro, ho capito perchè fuggono. Hanno l’illusione da noi di trovare il paradiso, perchè in fondo si accontentano anche dei resti. Ecco, prima di parlare di immigrazione bisognerebbe andare a vedere da dove partono. Per capire.
Il sud del mondo , l’Africa, prima o poi ci manderà il conto per tutto ciò che abbiamo usurpato loro. Forse prima che pure noi lo diventiamo sud.
Capisco che solo una parte dell’Europa non possa farsi carico di queste persone, non possiamo noi per motivi geografici farci carico totalmente di tutti gli sbarchi che quasi giornalmente avvengono. Chi più ha depradato, più dovrebbe farsi carico. Parole al vento. Semplici ragionamenti sul nulla.
sta vaneggiando su di un argomento che conosce molto superficialmente. quelli che, nel tam tam giornalistico, definite come “migranti” sono MANDATI perché, in un futuro molto vicino, creino i presupposti di quel caos che adesso viene praticato in egitto , in libia, in tunisia ecc.. realmente stiamo accogliendo quelli che un giorno sgozzeranno i nostri figli e stupreranno le nostre figlie.
ma che dici? seguo da vicino l’immigrazione dagli anni 90, sono quasi 25 anni
nel ’91 non c’erano le rivolte
e non solo dall’italia: sono stato due anni in albania, a malta, in nigeria, nel maghreb, dappertutto
ma vai a conoscere come vivono prima di spruzzare veleno razzistico: non lo accetto
ciao pino, sul sito del corriere da qualche tempo c’è questa agghiacciante novità: la possibilità di esprimere il proprio parere (?), indignato (parola abusatissima, che mi fa venire l’orticaria)-preoccupato-triste ecc… già questo meriterebbe un commento e io non trovo le parole, ma ti invito a vedere cosa ne pensa la maggioranza dei beoti cliccatori di questa notizia
http://www.corriere.it/cronache/13_luglio_28/lampedusa-nuova-tragedia-trentuno-morti_faea9854-f756-11e2-a852-8fa32bcbd2fe.shtml
SODDISFATTO, clic.
sempre più senza parole.
purtroppo è un mondo sempre più egoista, un razzismo legato alla sopravvivenza
non capisco di quale veleno razzistico sta parlando io non sono mai stato razzista e non spruzzo veleno su nessuno dico solo quella verità di cui sono stato un testimone oculare. lei ripete solo quello che gli viene ripetuto dai “migranti” senza avere neanche la più pallida idea dell’organizzazione che sta dietro a questi flussi.mi dispiace che lei creda solo quello che vogliono farci credere.
“stiamo accogliendo quelli che un giorno sgozzeranno i nostri figli e stupreranno le nostre figlie”: questa è un’affermazione falsa, ingenerosa e razzistica, ci sono disperati veri che vengono da noi soltanto per sopravvivere, i delinquenti sono anche di casa nostra
io ho ben chiaro tutto, non l’ho letto, sono stato testimone diretto e so benissimo che c’è un’organizzazione, ma sono criminali senza altro scopo che fare soldi, ho frequentato dal di dentro gli scafisti albanesi, sono stato a vedere in libia da dove partono, non c’entra niente con quello che dice: cita le rivolte arabe e l’emigrazione è vecchia almeno di vent’anni
io non le parlo dell’organizzazione che trasporta i “migranti” da una spiaggia all’altra ma dell’organizzazione che prende i “disperati” dalle loro abitazioni e che poi li spedisce a casa nostra. le voglio dire di più che per l’italia la quota fissata di “disperati” che manderanno é di circa sei milioni.
beh questo è un problema… un’invasione insomma, Mica vorranno imporre le loro “regole”…per quanto secondo me ne troverebbero di ideologici da noi..che non se ne discostano poi tanto?
Non faccio che pensare a quella persona che mi diceva “ci viene incontro il livello corrispondente”…
Bisognerebbe veramente capirlo sto concetto una volta per tutte. Si eliminerebbero tanti vittimismi (pur comprensibili per carità, e nessuno li comprende meglio di me…), ma del tutto sterili.
Del resto c’è qualcuno, dalle ideologie antiumanitarie a quelle umanitarie…. che abbia presente nel proprio vademecum la parola libertà?
che poi, i disperati veri sono più umani e dolci di certi “regolamentisti ideologici” di casa nostra eh…gli “””umanitari”””” per i LORO diritti e le loro antiche lotte di classe… mi è bastato leggere i commenti sotto la Ligresti per avere il voltastomaco.
Naturalmente tifo per i disperati che non vogliono imporre niente a nessuno se non cercare di sopravvivere… tra chi li tiranneggia e chi li strumentalizza… per le PROPRIE mancanze politiche.
Tutto il resto è ben dissimulato.
Quanno nun se vive su la propria pelle la vera disperazzione è facile commentà. E’ mejo che le parole le lasciamo drento la bocca.
La vera disperazzione te porta a rischià la vita, co la speranza che ‘na mano tesa te la sarva.
ho ben conosciuto la vera disperazione e le posso documentare che al confronto un viaggetto di qualche giorno su di un gommone oppure una zattera é una quisquilia una pinzellacchera. ma ancora di più conosco chi sta dietro a questo trasferimento forzato di “disperati”.
è talmente una pinzellacchera che la metà muore affogata
ogni guerra vuole i suoi morti poi se si muore affogati o in altra maniera non fa differenza.
la persona non é un singolo é invece una comunità e gli attentati maggiori che vengono fatti dal punto di vista culturale attualmente all’antropologia sono proprio paradossalmente su questo campo.
…non ce l’avevo con te (con lei) col discorso della disperazione – ho capito quel che dici e anzi lo appoggio perfino: penso che diventerà davvero un”invasione’, tutti cinesi e africani – nè ho motivo di dubitare per ciò che conosci sicuramente più di me. Mi riferivo a certe..’ideologie’ tanto rabbiose quanto prive di anima, da confondersi perfino in politica… sempre che si possa chiamare “politica” o, probabilmente, perfettamente coerenti a tale definizione ;)
Certo è un’invasione. Ma che non si può fermare.
capisco il problema gravissimo e non è che non mi immedesimi nelle vittime, sempre. Tutt’è che, se il fenomeno è pilotato, non pretendano di imporre le loro regole…visto che come si dice “in due siamo troppi”
(insomma già ci basta e avanza il livello africano di casa nostra, dovessimo regredire pure alle tribù… col solito slogan che “in fondo nel medioevo pure noi…”: tanto perchè regredire ormai sembra diventato un parametro).
perché ha scritto che non si può fermare? forse anche lei é al corrente che tutto ciò fa parte di un piano destabilizzante ? se ne é al corrente perché non scrive la verità presentando questi “migranti” per quello che realmente sono cioé una forza di occupazione adita alla distruzione del cristianesimo e all’espansione della religione musulmana sul territorio europeo?
non si può fermare la disperazione
Sti poracci lo sanno che azzardano de mori. Sortanto la voja de campà li fa salì su ste bagnarole.
Accosto
Quanno se sta commidi
ma drento er petto
nun ciavemo più er core
nun se vede che accosto
er tu fratello more.
Se l’anima è nera
nun se sente
lo strillo de agliuto
de chi sta perde la su vita.
Quanno se sta commidi
nun se vede e nun se sente.
Franca e Cencia
loro pensano che comunque, è meglio che morire di fame o di guerre, nei loro Paesi.
Mi chiedo: di chi debbo avere più paura? delle organizzazioni che fanno partire le navi madri dai maggiori porti del nordafrica, o dei governi dei paesi europei che sono informati dei movimenti sin dalla partenza (per le intelligence col satellite è una bazzecola), ma non li fermano perchè all’arrivo possono pretendere i finanziamenti (pazienza se la metà dei migranti annega)?
Oggi si monetizza tutto, anche la disperazione, senza tanta dietrologia.