Un marinaio e un’infermiera, avvinti in un bacio appassionato in piena Times Square a New York: è stata la foto simbolo della fine della seconda guerra mondiale. Molto spontaneo è uno degli scatti più celebri del fotografo americano di origine tedesca Alfred Eisenstaedt, morto nel 1995 a 97 anni. Putroppo non ci sono più neppure i protagonisti di quell’istantanea. L’infermiera si chiamava Edith Shain ed è morta sei anni fa a 91 anni nella sua casa di Los Angeles. All’epoca della foto aveva 26 anni e lavorava al Doctor’s Hospital di New York. L’uomo, il marinaio, si chiamava Glenn McDuffie ed è stato stroncato da un infarto nel 2014 a 86 anni mentre giocava in un casinò del Texas. L’istantanea, scattata il 14 agosto 1945 (esattamente 71 anni fa), fu pubblicata sulla rivista Life e divenne immediatamente una delle icone della pace. Dalla foto ne è nata una statua gigantesca, realizzata dallo scultore Jeward Johnson. Fino al 2014 era l’attrazione della Marina di Civitavecchia, amata e fotografata da tutti i turisti che s’imbarcavano per la Sardegna. Poi la giunta grillina ha deciso di rispedirla in Normandia perché “non rappresentava la civitavecchiesità” ma era “un simbolo americano”. Confondendo la guerra con un omaggio all’amore. E come, soprattutto, se la città laziale non avesse ben altri problemi. E adesso in Italia per celebrare in qualche maniera San Valentino dobbiamo accontentarci dell’immagine bella ma banale di due innamorati sotto la pioggia insistente di Milano.
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