Ormai la storia della bulletta di Bollate che ha massacrato, pare per gelosia, una coetanea ha fatto il giro del web. Le immagini hanno scandalizzato tutto il popolo della Rete per una serie di motivi che vanno dalla consapevolezza di minori (si tratta di quindicenni) così cariche di violenza, dal divertimento sadico dei compagni che assistono senza una mossa al pestaggio, fino all’obbrobrio della diffusione del video. La preside dell’istituto dove si è svolto il misfatto ha subito precisato che solo la vittima fa parte della scuola, tanto per togliersi d’impaccio. Anch’io ho pubblicato il video condividendo il documento e ho raccolto una lunga serie di commenti scandalizzati per la ferocia e per il disinteresse. Adesso Facebook, che ci mette anni (quando lo fa) per eliminare contenuti violentissimi, ha cancellato quel post, commenti compresi. Non so naturalmente chi l’ha ordinato: forse i carabinieri, che hanno ricevuto la denuncia, forse i genitori della povera ragazzina picchiata, oppure – spero di no – i genitori della piccola bestia, facilmente riconoscibile. Non mi sta bene per molte ragioni. Intanto perchè era giusto che la teppista ricevesse almeno una lezione virtuale e soprattutto per aver censurato un episodio su cui ci sarebbe molto da riflettere. Sono minori? Fatica inutile, tanto che oggi se ne è occupata anche la sanguinaria del pomeriggio tv e tutti i giornali hanno ancora in primo piano la storia, immagini incluse. Ripropongo dunque il dibattito qui con il contributo del Messaggero e del Corriere della Sera che ancora pubblicato il filmato. Tanto per capire chi sono, talvolta, i nostri figli. Pensano solo a filmare
Istintivamente ho provato più rabbia verso i genitori della ragazza “bulla”. I figli sono il riflesso dei genitori. In primis questa delinquente dovrebbe essere punita molto severamente e poi…i suoi genitori rieducati seriamente.
Comunque guardate che più esperti hanno già detto che tutto questo computer con cui ormai la nuova generazione ci cresce insieme, appiccicata per ore e ore e ore…. li rende anaffettivi. Sono anaffettivi nei confronti dei genitori… freddi nel sentimento e nel Sentire in genere, come dei robot. E nessun gioco che richieda lo sviluppo della fantasia e della creatività…come facevamo noi da piccoli, che con poco o con niente… GIOCAVAMO! semplicemente giocavamo. Per non parlare del tempo prezioso all’aria aperta, a giocare nei parchi a scatenarsi sull’altalena: vuoi mettere?
Questi invece stanno fin da piccoli attaccati a tablet e nintendo e non so che altro, è un continuo, non è possibile.
I valori in famiglia si insegnano a prescindere dall’era tecnologica.
il fatto è che i valori si sono persi
Sì, certo…
ma gli esperti parlano proprio di una freddezza di fondo generata dalla troppa tecnologia, che diventa inquietante perchè li vedi piccoli ma come ‘senza un’anima’… non so come dire. C’è questo rischio. E allora fanno fatica ad attecchire anche i valori, a quel punto. (sempre che gliel’insegnino, per carità)
appunto, se glieli insegnano
Poi ci si arriva proprio con la logica: attaccati tutto il giorno e tutti i giorni alla macchina…non si sviluppa certo la vita del sentimento, della fantasia e della creatività. Crescono ‘robottizzati’, senza ‘sentire’… senza un’interiorità. Non so come dire.
E a quel punto vagli a inculcare i valori…
Già fare che so una danza ritmica…per le bambine, corsi di teatro… da adolescenti – dove si sviluppa l’immaginazione e la vita del sentimento, viene educata e incanalata l’emotività…ma senza reprimerla – la pittura…con acquarello, ‘sentire’ i colori… mischiati con l’acqua, che so! già è meglio no? che “i valori”, importanti ma fine a se stessi, come retorica, come “impostazione”… e facciamoli essere Bambini! Ma con la maiuscola. Che diventeranno adulti interiormente più forti… e maiuscoli.
Forse dovremmo, tutti, ripensare ai nostri comportamenti.
i “nostri”?
ma figurati.
“Noi” era riferito al fatto che tutta la società contemporanea e troppo carica di antagonismo e odio. L’individualismo ha provocato disastri. Pero’ non giustifico i giovani. Basta con il buonismo e le coccole all’infinito. È ora che anche i nostri ragazzi si facciano carico delle loro responsabilità.
Appunto, spetta a “noi”.
Ce so puro bravi regazzi, ma ce so certi che dommineddio ce agliuti.
Io che insegno e questi adolescenti li vedo tutti i giorni posso dire niente di nuovo, perchè questi ragazzi sono sempre più volgari e violenti e sempre meno capaci di creare relazioni sane. “niente di nuovo”, ovviamente, non è sinonimo di “nessuna preoccupazione”, anzi, quella è in crescita: perchè questi ragazzi sono così rabbiosi, incapaci di controllarsi, incapaci di costruire, ma pronti solo a distruggere? E’ il caso di interrogarsi e invertire la rotta e bisogna che lo facciamo prima che sia troppo tardi!
Al punto che siamo le scuole possono fare poco. Ci servirebbero scuole per quelli che si comportano bene e vogliono studiare e correzionali per gli altri.