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Il Nobel per la pace al dissidente Liu, la Cina s’infuria. Twitter aggira la censura

Il comitato di Oslo lo aveva lasciato capire: quella di quest’anno sarebbe stata una scelta controversa. E infatti il Nobel per la pace è stato assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo, simbolo della battaglia per i diritti umani e civili in Cina. Un vero schiaffo al regime di Pechino, destinato a provocare reazioni a catena in tutto il mondo. L’attivista si trova in prigione, dove sta scontando unacondanna a 11 anni per “sovversione”. Secondo testimonianze raccolte via Twitter la polizia è giunta subito nella sua abitazione per impedire alla moglie di parlare con i giornalisti. Subito dopo l’annuncio, in Cina le trasmissioni di Cnn Bbc sono state oscurate. Immediata e dura reazione da parte di Pechino, che ha commentato che la decisione è “contraria ai principi del premio” e l’ha definita “un’oscenità”. Ma comunque una scelta attesa: in mattinata il presidente del comitato Thorbjoern Jagland aveva detto alla televisione norvegese di aspettarsi di dover difendere la scelta, che sarebbe stata controversa proprio come era accaduto la scorsa edizione, quando a ricevere il premio fu Barack Obama: troppo presto, secondo l’opinione di molti.   E nel pomeriggio almeno una ventina di dissidenti, che festeggiavano il Nobel per la Pace a Liu Xiabao, sono stati arrestati a Pechino. segue Twitter

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già redattore capo Rai inviato speciale Tg1

Discussion

42 thoughts on “Il Nobel per la pace al dissidente Liu, la Cina s’infuria. Twitter aggira la censura

  1. Veramente incredibile questo Nobel e con un sapore incredibilmente politico e di democrazia.
    Dare il premio Nobel a un uomo in carcere ,dove sta scontando una pena di 11 anni per sovversione antistatale ,fa onore al comitato per il nobel e mi fa pensare al Tibet ,terra distrutta dai cinesi ,distrutta ed usurpata.

    Posted by silvi | 8 October 2010, 23:49
  2. e io penso alle 5000 pene capitali l’anno…

    Posted by pinoscaccia | 8 October 2010, 23:50
  3. Gia’…come dimenticarlo? Ma in Cina, vuoi per via della censura o per ragioni di opportunita’ economiche si soprassiede ,la pena capitale è un optional del tour tutto compreso!

    Posted by silvi | 8 October 2010, 23:55
  4. Il governo cinese ha pubblicato il 26 settembre il “Libro bianco” sui diritti umani in Cina nel 2009, nel quale si autocompiace per gli ottimi risultati ottenuti. Ma l’associazione Chinese Human Rights Defenders (Chrd) dice che dal lato dei diritti, il 2009 è stato l’anno forse più buio dal 1989, e cita una lunga serie di esempi. Stesso scarto fra parole e realtà: il premier Wen Jiabao a New York, in un’intervista alla Cnn registrata il 23 settembre, ha detto che lavora per le riforme politiche, per portare in Cina maggiore libertà e democrazia, afferma che la libertà di parola “è indispensabile per ogni Paese”. In compenso, il 1° ottobre, 61mo anniversario della Fondazione della Repubblica popolare cinese, la polizia ha arrestato o “allontanato” centinaia di persone che si sono presentate avanti agli uffici delle Nazioni Unite per protestare proprio per le molte inesattezze del libro bianco. Wen nell’intervista ha riconosciuto che “il desiderio e la necessità della popolazione per democrazia e libertà sono irresistibili” e che è importante “creare le condizioni perché [la gente] possa criticare il governo”, ha aggiunto che in ogni Stato il partito di governo “deve agire nel rispetto della Costituzione e della legge”, per non creare un regime autoritario. Analisti hanno osservato che, peraltro, il premier non ha indicato fatti concreti né scadenze.

    http://www.asianews.it/notizie-it/%C3%A2%E2%82%AC%C5%93Libro-bianco%C3%A2%E2%82%AC%C2%9D-sui-diritti-umani:-Pechino-si-auto-assolve-per-gli-ottimi-risultati-19622.html

    Posted by pinoscaccia | 9 October 2010, 00:04
  5. Mi piace pensare che questo riconoscimento a Liu Xiaobo sia come un seme gettato al mondo affinchè tutta l’umanità (e non solo la commissione) lo possa condividere, coltivare, proteggere, difendere e farlo germogliare.

    Posted by pina nizi | 9 October 2010, 00:49
  6. Voglio essere molto provocatoria e stimolare un dibattito che vada oltre alle solite frasi fatte sulla cina vista da fuori.
    Io ci sono stata in Cina e ho potuto vedere con i miei occhi l’enorme potenza del governo centrale di pechino sui suoi sudditi. Governo imperiale, letteralmente. Secondo me questo nobel in questo momento è quanto meno inopportuno, soprattutto per il vincitore destinatario che sta ancora DENTRO le carceri di pechino, già normalmente non sono gentili con chi si oppone, chissà quali conseguenze avrà subito, non lo verranno certo dire a noi: questa è la mia prima preoccupazione, l’integrità fisica del dissidente vincitore… (almeno quando lo conferirono al Dalai Lama, questi se ne stava all’estero…)

    Con questo tipo di riconoscimento il comitato norvegese ha fatto platealmente perdere la faccia al governo cinese a livello mondiale. per un orientale, cinese in particolare, perdere la faccia è un insulto imperdonabile, e il rischio è quello che si torni indietro in libertà e aperture di anni. Rispetto a solo dieci anni fa (post tienanmen) in cina ci sono state delle aperture notevoli rispetto al passato: ci si può vestire liberamente, sposarsi liberamente (non scegliere quanti figli avere, però) scegliere liberamente la propria professione e/o lavoro, spostarsi abbastanza liberamente. Fino a una quindicina di anni fa per fare tutto (dicasi tutto, e per “tutto” intendo qualsiasi cosa, anche scaldarsi casa) bisognava avere l’autorizzazione del partito, e ovviamente la tessera. Questo ad oggi non c’è (quasi) più. Quindi in ambito di diritti umani ci sono stati notevoli passi avanti, accettati anche culturalmente.

    Quali effetti avrà questo nobel? nell’immediato una “incazzatura” per quella che viene considerata una ingerenza in affari interni ed è qui il punto: a pechino ci stanno ancora falchi e colombe. i falchi hanno subito questo processo di occidentalizzazione e allontanamento dai “veri” valori abbastanza in silenzio subendo gli effetti dell’enorme progresso economico e sociale in cina, ma non si sono convertiti, nè hanno perso potere. Adesso però con questa assegnazione i falchi potrebbero ringalluzzirsi. Vedremo nei prossimi giorni, ci sono ancora venti giorni di Expo e la cina è doppiamente sotto gli occhi del mondo.

    Ecco, secondo me i norvegesi hanno avuto poca diplomazia, con notevoli rischi di effetti controproducenti, mentre l’effetto immediato è quello di uno scontro ai massimi livelli tra falchi e colombe, e spero che queste ultime resistano, anche se la situazione, non ne dubito, sarà molto difficile.

    Però c’è da dire che questo nobel per noi occidentali è davvero simbolico e ci riempie di soddisfazione, con quali risultati concreti? (a parte metterci a posto con la coscienza?)

    (ve l’ho scritto già da prima che volevo essere provocatoria :)

    Posted by Elena | 9 October 2010, 09:10
  7. Elena ma in che mondo vivono i cinesi? Perdere la faccia? Allora la perdono sicuramente tenendo in prigione un intellettuale!

    Posted by Silvi | 9 October 2010, 10:10
  8. “perdere la faccia” vuol dire far fare brutta figura, mettere in evidenza in pubblico un difetto altrui.
    i cinesi vivono nel loro mondo, ça va sans dire :)

    Posted by Elena | 9 October 2010, 10:12
  9. Certo ,giustamente vivono nel loro mondo che significa la loro grande , millenaria cultura. Pero’ stanno invadendo attraverso l’economia e non solo , tutto il pianeta . Questo lo sanno vero? Sentono il peso dei loro processi “evolutivi”?
    Questa egemonia commercialcomunista non mi piace ,non lo nego,ma a quanto pare pure nella repubblica popolare il dio denaro è il dio piu’ idolatrato.

    Posted by Silvi | 9 October 2010, 10:39
  10. C’hai preso in pieno, questo è il punto che noi occidentali facciamo fatica a capire. Per loro, al momento, almeno è più importante fare denaro e lo stanno facendo con una velocità e in una quantità che prima di andare da quelle parti manco pensavo fosse possibile.
    comunque esistono ricerche di natura socio economica che evidenziano come quando è presente un tasso crescita superiore al 7% il tema della democrazia e della tutela delle libertà è meno percepito dalla popolazione, ed il loro è al dieci per cento da anni, ormai.

    Ora, io non voglio giustificare il governo imperiale di pechino, però non voglio neanche mettermi nella posizione di rinfacciare uno a scelta di questi argomenti:
    a) “voi occidentali” (cercavo di trattenere la calma quando qualcuno si rivolgeva a me personalmente o a uno del nostro gruppo con “voi occidentali”, ammetto che mi dà fastidio e lo fanno tutti) ci parlate di diritti umani, impatto ambientale, ecc, proprio adesso che siamo noi cinesi ad avere la maggiore crescita. Voi vi siete sviluppati per decenni adesso tocca a noi (e lascio stare le rivendicazioni di stampo nazionalista-“patriottico” che ancora sono vivissime relativamente alla umiliante sconfitta nella guerra dell’oppio, e parliamo di cose del XIX sec.)
    b) il concetto di diritti umani è occidentale, non appartiene alla nostra cultura, noi facciamo a modo nostro;
    c) il concetto di diritti umani come da voi occidentali presentato è imperialismo culturale
    d) diritti umani in tibet? ma per favore, noi cinesi portiamo il progresso, prima che arrivassimo noi i tibetani erano schiavi (informazione manipolata, in quanto nel sistema monarchico tibetano precendente al 1950 esisteva una forma di servitù della gleba) (io non ho ancora visto il tibet, ma ho visto le aree coinvolte nella costruzione della diga delle tre gole, e anche li, il governo di pechino si è manifestato in tutta la sua potenza, impressive…)
    e) e così via.
    Per questo quando si parla di cina ho capito che “noi occidentali” dobbiamo “smarcarci” per evitare di sentirci rinfacciare gli argomenti di cui sopra (ma anche altri che non sto ad elencare per non annoiare) e cercare una via di mezzo che non ci faccia sbattere la porta in faccia, che consenta di portare in quella realtà non solo gli aspetti peggiori dell’occidentalizzazione (ed infatti per quello che ho visto stanno prendendosi solo il peggio dell’occidente…), ma anche i migliori, adattati in modo che siano comprensibili per quella mentalità
    Si tratta di un processo lungo, lento e che si vorrebbe senza troppi incidenti.

    Posted by Elena | 9 October 2010, 11:00
    • Elena dopo tutti sti “voi occidentali”, detti credo da persone strettamente legate al regime, penso che un libero pensatore come Liu Xiaobo porti solo una ventata di freschezza(a scapito della sua liberta’) !Sento tanto di vecchia ,rancida partecipazione allo status quo, nessuna necessita’ di capire e andare oltre .Oltre agli errori commessi dal capitalismo, sistema che loro hanno aborrito da sempre, oltre i finti bisogni creati dal capitalismo .La rivoluzione non li ha salvati …….

      Posted by silvi | 9 October 2010, 19:07
      • Chi ha scritto che erano !persone strettamente legate al regime”, come ho detto erano tutti coloro con cui abbiamo parlato, tanto direttamente in inglese, quanto con l’aiuto di traduttori, che non erano collegati al regime, ma studenti della più prestigiosa università di Shanghai. I nostri interlocutori erano tutti giovani, sia tra i docenti, sia tra i docenti . Giovani che si stanno rendendo conto di avere il futuro in mano e di avere la possibilità di fare tanti soldi con lavori di prestigio.
        Questa è la differenza che sfugge abbastanza da “noi occidentali”, a parte mantenere una serie di pregiudizi che credo questo nobel non aiuti a sfatare, ma a confermare. Questa nuova generazione è diversa da quella che manifestò a tienanmen: tra libertà e denaro, brutto a dirsi, ma sta scegliendo il denaro e il successo

        Posted by Elena | 10 October 2010, 08:06
  11. scusate, manca un pezzo nella frase, perso nel copia/incolla:
    Ora, io non voglio giustificare il governo imperiale di pechino, però non voglio neanche mettermi nella posizione di sentirmi rinfacciare uno a scelta di questi argomenti

    Posted by Elena | 9 October 2010, 11:01
  12. Elena ora non posso ma stasera ti leggero’ con attenzione

    Posted by Silvi | 9 October 2010, 11:11
  13. La moglie del dissidente cinese Liu Xiaobo, vincitore del Nobel per la pace, ha incontrato il marito in carcere. Lo afferma un gruppo umanitario di Hong Kong, attenuando così la preoccupazione sulle sorti di Liu Xia.

    Posted by pinoscaccia | 10 October 2010, 12:13
  14. Elena

    io ho capito perfettamente ciò che dici, sei stata chiarissima, e la penso esattamente come te pur non essendo mai stata in Cina. Ma ho capito pure cosa intende dire Silvi.
    I punti “a” e “b” da te esposti sono chiaramente eloquenti e non avevo il minimo dubbio che ragionassero proprio in questi termini infatti, i quali già ‘basterebbero’ a rinunciare ad ogni tentativo di dialogo: “adesso tocca a noi, e noi facciamo a modo nostro” è il perno di tutta la logica. Come capisco perfettamente anche cosa vuoi dire nel sottolineare che “non erano persone strettamente legate al regime”… e ci credo abbondantemente. Ho sempre recepito il loro entusiamo come ‘drogato’ ora di tutto ciò cui sono rimasti chiusi e lontani per millenni… sono come ‘impazziti’ adesso per tutto ciò che è denaro e successo, materia e tecnologia, industria e business, primati ed egemonia; si è svegliato… l’Oriente, e adesso Vuole, desidera…. e non c’è nessuno al mondo che possa fargli cambiare idea – inoltre non vedo un Occidente così pregno di “sensi di colpa”…. sapete com’è. C’è anche da dire che hanno lavorato sodo per conquistarselo, non c’è paragone non dico con le nostre università… ma nemmeno con quelle americane! lavorano e studiano a livelli inimmaginabili per noi. Ma il punto che li fa credere “collegati al regime” su cui si è espressa Silvi, secondo me sai qual’è: la ‘mentalità’, la vecchia impostazione comunista che non si rinnova ma si ‘limita’, come dire, ad attuare progressi e conquiste grandiose in campo economico e basta. Non c’è bisogno di esservi ‘collegati’ o meno, tanto è l’impostazione stessa che è così, non so se mi spiego.

    E niente di nuovo anche: non solo siamo impazziti pure noi nel dopoguerra – e giustamente – per il boom economico di stampo americano, ma tuttora capita di sentire romeni che rimpiangono Ceausescu, italiani che vagheggiano una certa dittatura chiamata ‘ordine’, perchè almeno…. si lavora e si mangia. Punto. Con buonapace di tutti gli altri princìpi chiamati evoluzione, democrazia, libertà, diritti umani, convivenza, amore, uguaglianza, fratellanza. L’essere umano ovunque va è paese… come dire. Allora io penso che la Cina è stata grandiosa nella sua autoaffermazione, è nata un stella…. e noi tutti possiamo prendere a modello la serietà… e l’impegno per esempio con cui si sono perfezionati e riscattati da milleni di isolamento – e di decimazione con l’oppio, va bene. Mentre noi ci sedevamo su un benessere che ci ha a nostra volta stordito, mentre non producevamo più nulla per concludere con svilenti delocalizzazioni iniziate proprio in Cina…. loro hanno imparato TUTTO. Non vi è prodotto che non siano in grado di riprodurre e immettere sul mercato. Ma, a scapito di cosa??? Cioè qua non è solamente un discorso di concorrenza, una corsa a ostacoli, per cui “noi occidentali” dobbiamo unicamente smarcarci o allinearci, ma c’è in ballo l’altra faccia della medaglia che è la Cina poverissima che non ha risolto AFFATTO i suoi problemi. Nelle sterminate campagne contadini e braccianti, artigiani e produttori rimangono poverissimi. Tolte le millelluci di Pechino e Shangai, e la nube grigia sulle stesse, tutto il resto della Cina come sta messo? Facile entusiasmarsi, per loro e per chi li guarda, per i successi raggiunti, ma a che prezzo? Sai che non solo nei capannoni che ogni tanto scoprono da noi, ma nelle loro campagne si svegliano alle 4 di mattina per lavorare di filato fino a mezzanotte, a pranzo una brodaglia… Come si ‘smarca’ tutto ciò? Poi il commercio deve rimanere libero, per carità, e anche l’aspirazione per il “meglio” nella vita, nessuno vuole impoverirsi o regredire ovviamente. Solo che le grandi ricchezze continuano a nascere al prezzo elevatissimo di intere popolazioni decimate non più dall’oppio ma dalla fame. Tutto qua il problema. E se metodi e mentalità sono questi anche solo per il lavoro e l’impostazione di nuove ricchezze, mi spieghi come fai a integrare le culture solo tramite la crescita economica? io questa è una cosa che non riesco proprio a capire, sarò stupida. Ma se l’Occidente stesso, con tutto il suo boom , proprio il caso di dirlo, economico… si è imbarbarito? Se c’è un mondo intero in fiamme…. impazzito solo per il Denaro? Come può partire da quest’ultimo la rinascita di princìpi più interiori e universali???
    devo ancora leggere il tuo libro… sempre, però non capisco proprio, sarò una semplice.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 12:53
    • Sissi ora ti leggo…..
      hai tradotto il mio pensiero esattamente com’è anzi probabilmente l’hai argomentato in forma migliore
      Sei bravissima,complimenti

      Posted by silvi | 10 October 2010, 14:27
  15. Elena non ho elementi certi ,infatti lo dico, come sicuramente tu hai avendo frequentato e vissuto in Cina. Sara’ tutta propaganda anti regime cio’ che viene diffuso da questa parte del mondo?Puo’ darsi, ma è il loro sistema che è discutibile …..mi ripeto usano il piu’ bieco capitalismo per arrivare in cima al mondo . A qualcuno puo’ piacere,si posssono pure trovare delle giustificazioni e sicuramente sentono che questo è il loro momento .
    Serbo un ricordo di uno scritto di Tiziano Terzani che riguardava i cine si a Singapore ,voglio riproporvelo ,io nesono rimasta colpita a suo tempo.
    “E con questo ha realizzato il sogno di ogni intellettuale cinese dalla fine del secolo scorso in poi: la modernizzazione.Con un modello cinese? No, copiando l’Occidente , ma di questo nessuno gli fa una colpa . Anzi,oggi Singapore ,dove tutto è occidentale ,dall’archittetura all’educazione ,dalla metropolitana alle gru, dai computer agli appuntalapis ,Singapore ,dove persino il cinesissimo abbaco è stato sostituito dai calciatori ,dove la gente non sogna che guaradre l’ora in un Rolex,di avere una cintura Pierre Cardin, di scrivere in Montblanc e di guidare una Mercedes,é quello che la Cina stessa vorrebbe diventare. Singapore è oggi il nuovo modello della Cina. un Indovino mi Disse (Tiziano Terzani)

    Posted by silvi | 10 October 2010, 12:56
  16. per me l’unica “via di mezzo” per un incontro che sia veramente culturale – che questa è diventata un’altra parola svuotata di significato e iper-inflazionata, sempre per rimanere in tema di prezzi e merci, come quella dell'”amore”… sempre in bocca a chiunque e poi succedono cose orribili – il punto d’incontro è, nel rispetto di origini e tradizioni diverse tra i popoli, rimettere l’Uomo al centro. Scusate se insisto con questo concetto, frase sintetica di Pino a cui ho subito aderito, che può apparire qualunquista mentre invece è più complesso di quanto si immagini… tant’è che ancora non ci si riesce. Nel rispetto completo della libertà di culture e tradizioni, di capacità meriti e innovazioni, nei pluralismi d’espressione riaffermare i valori Universali. Se non si sono ancora trovate soluzioni al capitalismo, e se la priorità di Marx era la supremazia dell’esistenza sociale sulla coscienza individuale, ed entrambi sono diventati il fondamento dell’abolizione dell’anima umana, col materialismo l’uno e con l’esclusività del ‘condizionamento economico’ l’altro, evidentemente c’è da porsi interrogativi. Non so, lo sento ancora a livello molto confuso, è difficile spiegarmi, ma mi sembra che ci siamo attorcigliati nel circolo vizioso delle contraddizioni, dove la causa del malessere dovrebbe diventare il mezzo terapeutico. Come la pillola anticoncezionale che di per sè ‘blocca’ il ciclo e poi viene usata per curare l’amenorrea, un po’ così: una contraddizione perenne.
    Se invece si capisse o si provasse a pensare che magari l’Uomo non è semplicemente un meccanismo fisico altamente complesso, membro di altri ingranaggi, ma universalmente dotato di un “Io”, di spirito e anima… in continua evoluzione individuale, si scoprirebbe l’unico punto di partenza veramente in comune. Per inziare. Partendo da qui, ci si renderebbe conto che non è una “merce” ma “un essere spirituale inserito nell’esperienza umana”, come disse Novalis – senza per questo disturbare alcun romanticismo o idealismo. Sempre per comodità si vogliono tenere separate Scienza e Fede, escludendosi a vicenda anzichè procedere in parallelo l’una tenendo conto dell’altra, e NON unicamente in base a esaltazioni o dogmi ma in base al Rispetto della moralità dell’Essere Umano inserito in un processo di perfezionamento animico e spirituale, non ‘animale’ o da ben lubrificato ‘ingranaggio economico’. Tenendo conto di ciò, anche il Lavoro assumerebbe un altro significato: fonte di ricchezza e di progresso in base alle idee innovative di taluni, e fonte di perfezionamento di qualità e capacità per noantri:))… nel senso veramente di concepirlo non unicamente come fonte di ricchezza ma come sviluppo di capacità e di evoluzione… miglioramento di sè. In quanto l’Uomo non è una merce, la sola cosa che dovrebbe essere retribuita non è il suo lavoro e impegno personale ma per l’appunto la ‘merce’ da lui prodotta, qualsiasi essa sia, anche il volontariato per esempio. No ma è inutile che continuo tanto non mi capisce nessuno, e poi è complicato sembro ‘astratta’ tanto, ho capito.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 14:31
    • Macchè astratta….
      Credo che ,molto semplicemente, i nostri modelli culturali ed economici stiano tirando le cuoia ,portandoci appresso
      Il modello marxista per primo a pure la sua antitesi per eccellenza,il capitalismo, non sta troppo bene….
      e sai per me qual’è il paradosso piu’ assurdo? che sia proprio il comunismo a tenerlo in vita…..

      Posted by silvi | 10 October 2010, 14:40
      • condivido pienissimamente! appunto questa la contraddizione! del resto non è facile è, dai, un minimo di umiltà sennò tra me e te pare che sono arrivate le menti illuminate per la nuova salvezza mondiale…. mentre ci ritroviamo con le nostre piccole infinitesimali “particelle di sodio”! :))) – scherzo è
        ( ora leggo Elena, sperando che capisco!)

        Posted by Sissi | 10 October 2010, 14:49
      • Sissi…….io sono coscientissima della mia particella ,talmente cosciente che la lavo e la stiro così da presentarla sempre in ordine….e credo pure si veda….
        Ma in fondo hai ragione, chi siamo noi per esaltare o demonizzare qualcun’altro? sia esso un sistema o una persona….
        Spero si capisca che non c’è nessuna presunzione ,io leggo, scrivo e parlo per capire ,perchè so di non sapere.
        Ho un altro difetto :mi piace la discussione ,piu’ è caciara piu’ mi ci ficco.

        Posted by silvi | 10 October 2010, 15:33
  17. Silvi ti ho letto ora (grazie, sono contenta se ti ho interpretata bene) perchè io quando mi ‘fisso’… ero impegnata a scrivere quest’altra cosa. No ma ho capito pure quando parli di nuovo capitalismo, ti condivido infatti. Devo solo capire dov’è la “novità”, come dire.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 14:35
  18. Vi propongo il link ad un articolo della stampa di oggi di francesco scisci che io condivido in buona parte:
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=98&ID_articolo=569&ID_sezione=180&sezione=
    con un quarto della popolazione mondiale bisogna farci i conti in qualche modo, non lo so come, ma non ci si può permettere il lusso di giudicare o sentenziare o cosa altro. La Cina di oggi è molto diversa dal passato, ma in un certo senso è la stessa: è più ricca, non è più comunista, ma ancora non è libera ed è sempre governata da un potere imperiale, sia esso rappresentato da un imperatore, da un segretario del partito comunista o da un premier qualsiasi. E il potere ad essere imperiale, non democratico. . E secondo me non lo sarà mai, nè potrà mai essere democratica, per un motivo anche banale: il suo stesso enorme numero di abitanti. Perchè il regime agisce così a pugno duro, l’esercito è praticamente ad ogni angolo (anche se senza carri armati) per una questione banale di sopravvivenza: ordinare la folla. La folla adesso sta diventando più ricca, lo vuole essere ancora di più, sta riscoprendo il suo spirito nazionalistico e ha un forte forte forte senso dell’identità nazionale, l’ha riscoperto da poco e ne è orgogliosissima. Andate a farvi un giro sul sito in inglese dell’Expo, trasuda d’orgoglio, ma non solo dalle didascalie che possono essere di regime: guardate le foto di cinesi contenti e pazienti in ore e ore di coda per vedere i padiglioni degli stati ospiti. Quando sei li, non percepisci di vivere in una dittatura, anche bella tosta, ma appena qualcuno ha una discussione un po’ sopra le righe o alza la voce e le mani piomba la pattuglia di polizia e giù botte senza chiedere a nessuno chi ha torto o chi ha ragione, perchè se la rissa si estendesse, sono subito decine e decine di persone coinvolte, se non centinaia, (episodio visto con i miei occhi la prima sera che stavo a shanghai). Ciò perchè la densità di popolazione è inimmaginabile per i nostri parametri. Con tutti gli expats con cui ho parlato (italiani, francesi, inglesi, tedeschi, anche qualche americano) dicevano che la popolazione cinese si riesce a governare solo con questa modalità imperial- dittatoriale, quindi secondo costoro il primo problema cinese è l’organizzazione/governo di tutta quella popolazione, c’è chi dice un miliardo e mezzo di persone. E la dittatura imperiale sembrava essere il metodo più efficiente. Nel corso degli ultimi vent’anni è stato lo stesso governo imperiale a rendersi conto della necessità di mollare il morso e aprirsi di più, anche, se come già scritto, c’è stata una divisione tra falchi e colombe. fino a ieri le colombe avevano dimostrato che era possibile l’apertura all’esterno e la concessione di certe libertà personali e civili (non politiche e neppure la libertà di decidere quanti figli fare), senza troppe ripercussioni sullo status quo. Fino a ieri questa era la sfida più grande: maggiori aperture, estensione delle possibilità di miglioramento della vita e così via.
    Tuttavia da ieri, da dopo il nobel non so, è possibile che il regime restringa ancora di più le maglie della dittatura rispetto a prima, si aveva l’impressione di vivere in una società dinamica e proiettata verso un futuro più aperto, io spero che non prevalgano i falchi conservatori, che vi sia magari qualche scossa di assestamento, ma che non si torni indietro, perchè il rischio di questo nobel (che dal nostro punto di vista è giustissimo, ma non vorrei dimenticare una versione realista del problema, e la motivazione del nobel era molto ideologica e poco pragmatica, forse ingenua…) è che sia controproducente, almeno nel breve e nel medio periodo, che rallenti la fase di democratizzazione e che faccia tornare indietro lo sviluppo delle libertà democratiche in Cina. Spero di no, ma lo temo.

    Posted by Elena | 10 October 2010, 14:42
  19. I dubbi sul nobel li condivido molto, infatti quando ho letto il mio primo pensiero è andato al vincitore… e i sottili equilibri tattici tanto bravi… solitamente negli “equilibrismi” anche a mio parere avrebbero dovuto tenerne conto. Pure sulle estensioni enormi del territorio, nulla da dire: come li gestisci effettivamente, già mi perdo solo al pensiero. Poi penso anche si tratti di ‘processi’ di percorsi anche questi universali, per i quali non passa soltanto una parte di umanità ma tutta…. qppunto per il discorso che non c’è niente che non ci riguardi o che non sia utile alla nostra biografia. Però dico che i tempi sarebbero oltrechè maturi per nuovi impulsi, per quanto complicati… tutto qua, sennò si torna indietro.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 14:59
  20. Praticamente l’analisi che si è fatta dopo la caduta dei regimi comunisti .Da Tito a Breznev ,si diceva, avessero il grande “pregio” di tenere con polso(?) fermo il loro popolo, altrimenti troppa liberta’ avrebbe prodotto catastrofi sociali .
    Certo che nella ex Juogoslavia c’è stato un macello ma ,siamo sicuri che non sia pure quel disastro figlio della dittatura?
    Insomma il popolo ,le persone hanno nella loro inconsistente esistenza , l’essenza del bue…..e dell’infaltilismo cronico.

    Posted by silvi | 10 October 2010, 15:02
    • @ Silvi
      tant’è che ai giovani universitari di Shangai sta bene così, come diceva Elena… e non ho sentito “Tibet libero”…
      boh che vi devo dire.

      Posted by Sissi | 10 October 2010, 15:45
  21. Silvi, vero ;))
    com’è vero che si creano anche dei ‘terreni fertili’ però, altrimenti il sanguinario di turno rimarrebbe un pazzo isolato. Tanto non si possono addossare tutte le responsabilità a un’intera nazione, tanto confusamente (nella mia testa) si verificano le condizioni ‘esterne’ per l’affermazione di qualche tiranno.

    @ Elena
    scusa, però mica mi hai risposto sul punto interrogativo che mi assilla: mi puoi spiegare ‘come’ pensi che tramite la crescita economica o, come dicesti tempo fa, seducendoli con ciò che alla cina sta più a cuore e cioè sempre l’economia, ad ‘aprire’ a un confronto che diventi democratico e di rispetto dei diritti umani? cioè come possono interagire le due cose che io non lo capisco? pur parlando da completa profana per non dire altro…

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 15:41
  22. sto rifacendo casino…. (ma ti ho letto ora silvi e manca il “replica” devo scriverlo qua) a proposito delle “particelle di sodio” giuro che scherzavo! ho parlato al plurale perchè tu stessa avevi tirato fuori quell’espressione ma posso parlare tranquillamente anche solo per me, anzi forse è meglio. Sì poi figurati anch’io mi metto in mezzo (e faccio pure casino) ma era solo per dire che non è facile trovare le soluzioni, io almeno non ne sono proprio in grado e la politica non mi ha mai neanche attratto.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 16:05
  23. ..eh sì trasparente (i) come l’acqua!..;))

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 16:16
  24. Cara Silvi, io non ho risposte, cerco di pormi domande e di fare riflessioni sulla base di ciò che ho potuto vedere e capire secondo la mia esperienza. Per quanto riguarda quelli che noi chiamiamo “diritti umani”, come è noto, questi sono una creazione occidentale e illuministica, non dico che in cina siano sconosciuti, ma non sono concepiti con la nostra tradizione illuministica, la base culturale cinese è fondata sul confucianesimo che ha valori diversi e non esiste la nostra concezione individualista (che si riscontra ad esempio nel riconoscimento del diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità contenuti nella dichiarazione di indipendenza degli stati uniti del 1776). La mentalità cinese si basa sulla dottrina confuciana, che neppure il comunismo è riuscita a sradicare, nonostante la rivoluzione culturale. Secondo questa, semplifico alquanto, la base del vivere del mondo è l’armonia e il rispetto della gerarchia, soprattutto famigliare, ma sul punto ci sono tanti studiosi che hanno scritto meglio di me.
    Comunque, sai quale è stato il maggior passo cinese nel riconoscimento dei diritti umani? chi lo direbbe mai: nel trattato di adesione al WTO la cina si è impegnata al rispetto dei diritti umani… come ti vado dicendo da qualche post, tutto si riconduce alla possibilità di fare affari.

    Per quanto riguarda il Tibet, io non ci sono (ancora) stata ma ho potuto vedere come il governo imperiale ha operato nella costruzione della diga delle tre gole, sul fiume azzurro. PEnso che il modus operandi sia stato il medesimo: il governo imperiale decide qualcosa, costruire una diga (la più grande del mondo), o una ferrovia (la più alta del mondo), qual è il problema? Si fa e basta. No opposizione alcuna è consentita. Non conosco direttamente il caso tibetano, ma sulle rive del fiume azzurro che avrebbero dovuto essere sommerse dal bacino della diga (circa 800 km, per intenderci), le persone sono state letteralmente prese e spostate con la forza più in alto di 200 metri o allocate in zone più sicure con case nuove dotate dei servizi moderni. Il governo imperiale diceva: perchè protestate voi che vivevate nelle case di fango e paglia, vi diamo gratuitamente le case in muratura con l’elettricità e i le fognature, vi portiamo il progresso! la costruzione della diga ha sommerso città, paesi, campagne coltivate, siti archeologici e tutto quello che ci può essere su 800 km di terra abitata. Penso che in tibet il sistema sia stato uguale, non solo perchè la cina considera da sempre il tibet come una provincia propria, già dai tempi dell’impero, l’autorità del dalai lama è stata più indipendente solo durante il disfacimento dell’impero, della prima repubblica cinese, durante la guerra civile, fino al 1950, poi – appunto – i cinesi hanno rioccupato una terra che consideravano loro. Comunque, in sintesi, il ragionamento che fanno i cinesi sul tibet è tipicamente imperialista: eravate servi della gleba, vi abbiamo liberato e portato il progresso. PEchè vi ribellate? La fede nel progresso da parte degli Han è quasi cieca, il progresso può giustificare tutto e vi garantisco che ciò che è stato fatto nel nome del progresso nella valle delle tre gole è devastante, sia come impatto ambientale, sia per quanto concerne la vita di quelle popolazioni.
    comunque il ragionamento che uno può fare sul tibet libero può essere fatto anche per lo Xinjiang (altra provincia cinese di religione mussulmana che rivendica l’indipendenza da pechino), ma in occidente pochissimi ne parlano, forse perchè non hanno un capo spirituale come il dalai lama, e su diversi altri territori, che però sono meno noti e le cui rivendicazioni non riescono a oltrepassare la grande muraglia.

    Posted by Elena | 10 October 2010, 16:18
  25. @Elena prima Sissi parlava di un tuo libro .Chiedo troppo? Mi piacerebbe leggerlo ,veramente ! Gentilmente potrei avere titolo casa editrice ,autrice…..Grazie

    Posted by silvi | 10 October 2010, 16:33
  26. Però bisognerebbe tenerli presenti quanto meno, i valori dell’illuminismo, pur nella pluralità culturale, chiedo troppo? E sennò dov’è lo scambio. Ogni paese mantiene la propria ‘natura’ e tradizioni, dotate oltretutto ognuna di una propria saggezza e originalità nel senso letterale della parola, ma aprendosi per l’appunto. Io poi capisco che è sempre una questione di affari però…. ragiono diversamente è inutile. Non sono d’accordo neanche con Pino quando invitava a ‘comprarsi’ l’afghanistan – certo sempre meglio che bombardarlo ho capito…. – ma come ci hanno comprato anche a noi e ora siamo un piccolo satellite e abbiamo perso perfino un’identità europea… convinti di averla… Per me la dignità dell’essere umano non può essere una compravendita, è l’unico ‘assolutismo’ che possiedo, per il resto sono apertissima a tutte le culture e tradizioni del mondo.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 16:51
  27. Oh, non si tratta di un “mio” libro, ma di un libro che stavo leggendo e che ricordo avevo suggerito la lettura, ma non mi ricordo più di quale libro fosse…

    Posted by Elena | 10 October 2010, 16:58
  28. “La carità che uccide” e il disastro degli aiuti dell’occidente adesso non ricordo bene, neanche l’autrice, ma basta digitare “la carità che uccide” e esce fuori. (siccome l’autrice mi pare di aver capito che guardava al modello cinese… per questo l’ho ritirato fuori. Da leggere sempre:))

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 17:04
  29. Di Moyo Dambisa – Rizzoli. ecco.

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 17:06
  30. Bacio

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 17:13
  31. (ah grazie Elena! per l’esauriente risposta!)

    Posted by Sissi | 10 October 2010, 17:14

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