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marò

Se gli indiani fanno gli indiani

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Questa foto, bellissima, del mio amico Paolo Carpi che sta in questi giorni a New Delhi, dimostra quanto rimanga inalterato il fascino per un Paese magico come l’India. Siamo sempre stati attratti da questo mondo così diverso, pieno di problemi (anche gravissimi) di povertà e barbarie, ma anche grande esempio di spiritualità. Ma la vicenda – vergognosa, irritante – dei marò sta producendo una frattura profonda fra due modi d’intendere la civiltà. E ci si mettono pure i giornali, spinti sicuramente dallo spirito nazionalistico. Oggi il Times of India scrive: “Oltre cento lettere con insulti e minacce e un pacco con un proiettile sono stati recapitati all’ambasciata indiana a Roma. L’Italia ora ricorre a tattiche di intimidazione nel tentativo di ottenere la liberazione dei due marines.Dopo il braccio di ferro, ora sono arrivati alle mail di odio, l’ambasciata indiana ne ha ricevute oltre cento con minacce e un pacco con un proiettile». Vero, ma che c’entra l’Italia? Non gli viene in mente che possa trattarsi di due esaltati esasperati da due anni di attesa? Del resto, la stessa ambasciata indiana a Roma si limita a tacere: «Non confermiamo la notizia, non abbiamo dichiarazioni da fare», ha detto un funzionario. Visto che sono così interessati a quello che succede in Italia, perchè i cronisti indiani non scrivono qualche riga su due episodi gravissimi capitati in questi giorni a due loro connazionali? Un agricoltore in Ciociaria che ha ucciso un vecchio e quella bestia in roulotte che ha ucciso con un cacciavite un ragazzo per la musica troppo alta? Cosa ne dobbiamo fare allora di questi assassini confessi? Piuttosto, continua a preoccupare la questione dei marò, per loro è diventato un fatto di orgoglio nazionale molto più che da noi. 

Scrive oggi il quotidiano Hindustan Times: “L’incidente della Enrica Lexie del 2102 è un esempio accademico di come non si deve gestire un caso simile”. In un commento dal significativo titolo “Completamente in alto mare su questo”, e con un altrettanto esplicito sottotitolo (“Il governo centrale ha titubato ed annaspato sul caso e lo ha prolungato a detrimento dell’India”), il quotidiano ribadisce chevi sono pochi dubbi che l’India abbia gestito la vicenda in modo maldestro“. Un esempio, spiega, “è stato quello di aver dato all’Italia l’assicurazione che la pena di morte non sarebbe stata applicata, senza tenere conto che se poi si cerca di formulare i capi di accusa in base ad una legge anti-pirateria, spetterà al Tribunale decidere se applicare o meno la pena massima. L’indecisione del governo ha portato ad una impasse diplomatica che ha spinto anche l’Unione europea a manifestare preoccupazione. Nulla di più di un processo rapido è quello che desiderano le parti coinvolte in questo caso. Ma per il momento l’India sembra su questa questione essere completamente in alto mare“. Già, un processo rapido. E l’Italia, cari amici indiani, che cavolo sta chiedendo da una vita? Lo scandalo è proprio questo.

About pinoscaccia

già redattore capo Rai inviato speciale Tg1

Discussion

2 thoughts on “Se gli indiani fanno gli indiani

  1. Il tuo post è chiarissimo. Ma di rapido nun ci vedo nulla. ““Completamente in alto mare su questo”,

    Posted by ceglieterrestre | 21 February 2014, 17:14
  2. era già chiarissimo l’altro post
    e la cancellazione delle prove???
    e l’inganno di tirarli a riva da acque internazionali?
    e la strumentalizzazione per le LORO elezioni??
    e il ricatto per i vantaggi commerciali??….
    …lampante del resto, che sia solo uno squallido ricatto, con quello che accade laggiù nello sprofondo: oh pardon : da quelli della “non violenza”………
    …dove i due pescatori sono proprio due….in confronto all’enorme numero di violenze e omicidi.

    Una cosa non ho capito, da noi: come può il nostro paese essere spaccato pure su questa vicenda??

    Posted by Twiggy (la rivoluzione estetica) | 21 February 2014, 20:43

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