«Mi sono rotto di stare qua in Afghanistan, non si capisce nulla». Il messaggio, scritto il 3 ottobre scorso è l’ultimo che appare nella bacheca di Luca Cornacchia, il militare abruzzese ferito stamani nell’attentato nella zona di Farah, dove hanno perso la vita quattro militari italiani. Una pagina in cui, attraverso articoli foto e canzoni, Cornacchia racconta la vita in Afghanistan e il contributo alla vita di tutti i giorni. Come immagine di profilo il militare ha scelto una foto di Ernesto Che Guevara. Tra gli ultimi messaggi della bacheca, tra una video di Carmen Consoli («Amore di plastica») condiviso giovedì e una canzone di Vasco Rossi, spicca la foto di un soldato che dà la mano a un bambino del posto, con lo slogan «non importa quando doniamo ma quanto amore mettiamo in quello che doniamo». C’è anche spazio a un messaggio di speranza, «tranquilli cuccioli vi riporto tutti a casa…», scrive agli amici a casa parlando dei suoi commilitoni, tra i commenti di un video in cui scorrono le immagini dei soldati statunitensi che riabbracciano le proprie famiglie. E poi rivolto alla moglie, Monica, scrive, «amore sei la mia vita…».
Anche una delle vittime, Francesco Vannozzi, ha lanciato qualche messaggio dall’Afghanistan. Brevi testi per dire di essere ossessionato dalla sabbia. Nella sezione Info compaiono tre citazioni di taglio decisamente militare: «Si vis pacem, para bellum». «Non so con quali armi combatteremo la Terza guerra mondiale, ma nella Quarta useremo sassi e bastoni». «Io non credo nel paradiso; credo nel dolore, credo nella paura, credo nella morte». «Meglio morire in piedi che vivere una vita strisciando» ha invece scritto nella sua pagina Gianmarco Manca, un altro dei caduti di Farah.
Era stata sequestrata in Afghanistan a fine settembre. I suoi rapitori l’hanno uccisa oggi, durante il tentativo di liberarla d parte delle forse di polizia. Linda Norgrove aveva 36 anni e lavorava per le Nazioni Unite. Era stata rapita assieme a tre suoi colleghi afghani nella provincia di Kunar, che tuttavia erano stati rilasciati la scorsa settimana. Lei era stata trattenuta, probabilmente perché considerata come possibile oggetto di scambio. Nel corso del blitz organizzato per liberarla ha però perso la vita: sembra che sia stata uccisa dai suoi stessi sequestratori.
Pino ,come al solito, la vignetta di Mauro Biani ha gia’ detto tutto….
io non so più che dire….
Fallisce il blitz, i rapitori uccidono Linda, operatrice umanitaria.
http://kabulcafe.wordpress.com/2010/10/09/blitz-fallito-muore-linda/
la vignetta dice tutto……..poveri ragazzi!!!come al solito in questi ed in altri ancora,si discute morbosamente dei fatti accaduti .Poi come si dice a Napoli “passat ò santo,passata à fest .:-(
Strazianti queste testimonianze di questi militari ,lontani dalla loro Terra!
Questa foto che hai inserito vale più di mille parole, più di mille commenti e più di mille incazzature con chi, ancora oggi, dinanzi ad altre 4 bare avvolte nel tricolore, li chiama mercenari.
Già Stella…mercenari.
“Come acqua sono versato,
sono slogate tutte le mie ossa.
Il mio cuore è come cera,
si fonde in mezzo alle mie viscere.
È arido come un coccio il mio palato,
la mia lingua si è incollata alla gola,”